Le Alpi Apuane di Maraini

Foto di gruppo alla panchina del Monte Rovaio

"Come era diverso il mondo apuano di quei tempi da quello di oggi! Allora ogni casa era abitata, rallegrata da panni di vari colori stesi ad asciugare, calda di voci e di presenze umane. E cani abbaiavano, pecore brucavano l’erba, vacche ruminavano tranquille sotto gli alberi da frutto. Qua e la’ degli uomini stavano falciando l’erba con gesti larghi e armoniosi, maneggiando la grande falce tradizionale a due mani – ormai visibile come cimelio nei musei della civiltà contadina. Mogli e figlie, con fazzoletti in capo e gonne lunghissime, portavano carichi di fieno verso le abitazioni e le stalle. Un uomo anziano col cappello in testa e la pipa in bocca, seduto dinanzi ad una capanna, vedendoci passare sotto il peso dei nostri sacchi, sudati e ansimanti, ci saluto’, poi incuriosito, senza alcuna ironia, ci chiese: Ma voi, chi vi paga?"

Con queste amabili parole, Fosco Maraini racconta della sua prima eroica "spedizione" nelle Alpi Apuane all'età di sedici anni, nel 1928, accompagnato dal fidato amico Bernardo; lasciate le case dei genitori a Firenze con la scusa di andare a trovare degli amici in Versilia.

Queste e molte altre parole raccolte nel libro "Farfalle e Ghiacciai" ci hanno accompagnato nella nostra escursione "L'Alpe di Sant'Antonio, sulle tracce di Fosco Maraini"; riportandoci a un modo arcaico, ormai del tutto dimenticato, ma che vive tra le memorie delle rocce e dei ruderi che abbiamo incontrato.

Un'escursione che ci riporta alle nostre radici più autentiche e che ci fa riscoprire, anche grazie alle parole di Fosco, la passione e l'amore per le montagne e gli abitanti che le hanno per secoli vissute, abitate, custodite.

Ecco le foto della giornata (grazie a Giusy e a Paolo per aver condiviso alcune foto):