Partiamo per il nostro trekking da Orciatico in Valdera con il cielo nuvoloso, le temperature sono comunque miti rispetto alle medie di questo periodo.
Lasciato il borgo i panorami verso Lajatico, e gran parte della Valdera si aprono davanti ai nostri occhi. Scendiamo di quota per raggiungere, immersa nella boscaglia, la Mofeta dei Borboi, un raro fenomeno di vulcanesimo secondario che si manifesta con un continuo ribollimento di una pozza d’acqua dovuto alla risalita di gas di origini vulcaniche, tra i quali in prevalenza Anidride carbonica e acido solfidrico con il suo caratteristico odore di uova marce.
Proseguiamo fino ad attraversare il torrente Fosce, un piccolo affluente dell’Era, l’acqua è davvero scarsa e non è una buona notizia, anche se ci permette attraversarlo agilmente.
Ci immergiamo poi nelle crete della Valdera, dove strade rurali di crinale si sviluppano ondeggianti tra i morbidi paesaggi. Pietre di alabastro nel terreno ci ricordano che un tempo queste terre erano fondali di piccoli bacini lacustri di acqua salmastra e che hanno lasciato tracce inequivocabili della loro presenza.
Risaliamo il crinale fino a rientrare nel bosco, pian piano saliamo di quota fino a cominciare a scorgere in lontananza il profilo delle mura della Rocca di Pietracassia.
Questo presidio alto-medievale è stato un importante castello conteso tra Volterra, Pisa e Firenze dai primi anni del mille fino al XV sec.
I Gaetani di Pisa la scelsero come loro sede comitale nel XIV secolo fino a venderlo ai fiorentini nei primi anni del 1400. Successivamente nel 1434 fu distrutto proprio dai fiorentini stessi per evitare future rappresaglie degli abitanti, poco inclini ad essere amministrati dai nuovi proprietari.
Dopo un piacevole pausa pranzo e fatte due chiacchiere ci rimettiamo in cammino continuando a salire di quota, attraversando suggestive cerrete in un silenzio immacolato.
Raggiungiamo il punto più alto dell’escursione e passiamo vicini a un impianto di pale eoliche. Da qui inizia la discesa che ci porterà, dopo alcuni passaggi alternativi al fango presente su questo tratto di percorso, a uno dei ruderi dei mulini a vento di Orciatico.
Ancora un po’ di discesa e siamo di ritorno al paese di partenza. Attraversiamo i vicoli del castello, la bella torre ristrutturata testimonia con una data incisa su una lapide la probabile origine longobarda del borgo. Torniamo al punto di partenza e ci fermiamo al circolo del paese per un po’ di relax. Gran bella giornata!
Ecco le altre foto della giornata:
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