Una breve introduzione
Il Chianti è un’area situata fra Firenze e Siena, nel cuore della Toscana.
Famosa per i suoi bellissimi paesaggi e per le sue produzioni agricole, in particolare il vino e l’olio, è un territorio che attrae visitatori da tutto il mondo.
Ci sono molte diatribe e molte difficoltà quando si provano a stabilire i confini del Chianti pertanto chi scrive questo articolo vuole provare a fare chiarezza, senza voler provare a dire la sua su un argomento tanto spinoso ma riportando alcune delle numerose interpretazioni apparse nel corso della storia.
I suoi confini, una questione da Toscani
Il Chianti dal punto di vista storico nasce come Liga et societas de Chianti, la Lega del Chianti, a cavallo tra il XIII ed il XIV secolo e comprendeva i terzieri di Radda, Gaiole e Castellina che erano avamposti militari di Firenze nella secolare guerra contro Siena.
Facendo un salto in avanti di qualche secolo nel 1716 il Granduca di Toscana Cosimo III emanò un bando in cui stabilì i confini affermando:
"...per il Chianti è restato determinato e sia. Dallo Spedaluzzo fino a Greve; di lì a Panzano, con tutta la Podesteria di Radda, che contiene tre terzi, cioè Radda, Gajole e Castellina, arrivando fino al confine dello Stato di Siena...."
In tempi più recenti è importante, dal punto di vista vitivinicolo e nella definizione dei confini, anche la nascita del Consorzio del Chianti Classico che, nel 1924, amplia i confini del Chianti. In particolare il Consorzio comprende tutta la superficie comunale di Radda in Chianti, Gaiole in Chianti, Castellina in Chianti, Greve in Chianti ed una parte dei territori comunali di San Casciano in Val di Pesa, Tavarnelle Barberino, Poggibonsi e Castelnuovo Berardenga.
Infine va fatto notare come, dal punto di vista geografico, sia presente la catena montuosa dei Monti del Chianti, la dorsale visibile sullo sfondo della foto a lato, che ha la sua vetta principale nel Monte San Michele coi suoi 892 metri sul livello del mare.
La questione sui confini, da buoni Toscani, è fonte, per gli abitanti dei Comuni posti fra Firenze e Siena, di continue polemiche su chi sia dentro e chi sia fuori dal Chianti ma su una cosa in ogni modo tutte le persone non si dividono. Tutti infatti si sentono orgogliosi di abitare un territorio così bello che attrae persone da ogni angolo del globo.
Chianti, terra di turismo, sempre più lento
Attualmente le modalità più comuni con cui l’area è visitata sono le gite giornaliere, gli weekend o periodi più lunghi, di solito settimanali. Nel primo caso si tratta di visitatori che fanno base nelle vicine Siena e Firenze mentre negli ultimi due casi si tratta di esperienze in cui di solito i turisti si godono le piscine degli agriturismi, i borghi e le degustazioni nelle cantine della zona con più calma. Inoltre, soprattutto per chi vi soggiorna per un periodo settimanale, oltre alle suddette attività il Chianti offre la possibilità di visitare le vicine Firenze e Siena oltre ad altre perle come San Gimignano o Monteriggioni.
Oltre a ciò negli ultimi anni si stanno affermando sempre di più anche modalità di visita del territorio più lente e immersive, come ad esempio il trekking, anche grazie al fatto che la rete sentieristica si sta, seppur lentamente, ampliando.
Queste modalità permettono di entrare maggiormente in contatto col territorio e di vedere come la storia sia esplicitamente manifesta nei borghi e negli insediamenti urbani ma anche nei piccoli indizi che il paesaggio ci può lasciare.
Segnali che possono essere colti se si visita il territorio con una guida del posto che sa leggere ciò che il paesaggio ci ha lasciato in dote.
La presenza di lavatoi, i residui di consociazioni colturali che se si possono incontrare durante un cammino, la fitta rete di pievi e piccole chiese, le molte case padronali e coloniche che punteggiano il territorio, i muretti a secco che separano un campo
dall’altro oltre a rendere il paesaggio unico testimoniano la sua evoluzione e il passaggio da una società di tipo agricolo e mezzadrile a una gestione del territorio legata all’agricoltura moderna. Un tipo di agricoltura che ha comportato una perdita di biodiversità dato che oggigiorno si vedono principalmente due tipi di colture, la vite e l’olivo, mentre prima erano presenti in maniera più consistente rispetto ad oggi alberi da frutto, orticole, cerealicole oltre al fatto che anche la presenza di animali da allevamento, specialmente pecore e maiali, era più numerosa.
Biodiversità, flora e fauna
D’altro canto il Chianti è un territorio che mantiene una buona biodiversità dato che molta della sua superficie risulta essere coperta da boschi.
Boschi che sono composti in prevalenza da piante a foglia larga e decidua, cioè che perdono le loro foglie in inverno, quali soprattutto roverella (Quercus pubescens) ma anche molte altre fra cui carpino nero (Ostrya carpinifolia), cerro (Quercus cerris), orniello (Fraxinus ornius) e, visibile nella foto a lato, acero campestre (Acer campestre). Sono presenti però anche delle sempreverdi fra cui la specie più presente è sicuramente il leccio (Quercus Ilex) ma anche molte altre appartenenti al genere Pinus, fra cui il pino da pinoli (Pinus pinea), e l’iconico cipresso (Cupressus sempervirens). Per quanto riguarda questi ultimi due casi si tratta quasi esclusivamente di esemplari che sono state piantati dall’uomo più che da piante che si sono riprodotte naturalmente ma che comunque sono parte integrante della bellezza del paesaggio chiantigiano.
Per quanto riguarda la fauna i boschi del chianti sono popolati da numerosi animali quali per esempio alcuni mammiferi fra cui il cinghiale (Sus scrofa), il capriolo (Capreolus capreolus), la volpe (Vulpes vulpes) e, negli ultimi anni, da notare la crescente presenza del lupo (Canis lupus). Tutti animali che comunque è molto più facile avvistare durante la nottata o alle prime luci dell’alba dato che preferiscono, ed hanno le loro incontestabili ragioni, stare lontani dall’uomo.
Una terra dalle molte risorse
Questo territorio quindi può offrire molto di più di un, comunque ottimo, bicchiere di vino e di un distratto assaggio della sua bellezza perché il paesaggio insieme ai borghi, alla flora, alla fauna, ai suoi abitanti, ci rivelano delle storie che è possibile riuscire a captare solo se si ha la pazienza di esplorare lentamente, passo dopo passo, questo bellissimo lembo di terra compreso tra le città di Firenze e Siena.
Inoltre, provare per credere, un bicchiere di Chianti Classico avrà un sapore ancor più speciale alla fine di un trekking che percorre le sue dolci colline, si addentra nei suoi fitti boschi e esplora i suoi meravigliosi borghi medievali.
Per questo ti invito a vivere un'esperienza insieme, in uno dei nostri "Weekend trekking nel Chianti Classico" in programma :
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