Una GTE soleggiata, con temperature più estive che autunnali e un gruppo carico e motivato per godere a pieno della natura, del mare e degli incontri che l’isola d'Elba regala.
Il primo giorno, si sa, mette subito alla prova.
La tappa Cavo - Porto Azzurro fa capire ”di che pasta” è fatta l’isola più grande dell’arcipelago toscano. Un continuo saliscendi nella direttrice nord-sud che permette di toccare, tra le altre, tre cime con salite di notevole impegno fisico: il Monte Grosso, lo Strega e Cima del Monte.
Approdati a Cavo, ci mettiamo subito in cammino in direzione del Mausoleo Tonietti, monumento liberty in stato di semi-abbandono sul monte Lentisco. Bellissimo ma deprimente per lo stato in cui purtroppo versa.
Un monumento del genere, meriterebbe molta più cura da parte dell’amministrazione!
La salita al monte Grosso è a tratti impegnativa, il caldo si fa sentire; fortunatamente anche il maestrale, che ci aiuta nell’ ascesa. In cima, il panorama dal “semaforo” è uno dei più belli della GTE.
I boschi di macchia mediterranea che attraversiamo sono asciutti e le cime dei monti “secchi”, per le poche piogge in questo inizio autunno.
Raggiungiamo il Monte Strega nella tarda mattinata, una delle cime più ostiche da salire, per via del fondo sassoso del sentiero, ma il gruppo c’è!
Ripreso un po’ di fiato puntiamo all’ area dove possiamo fare, in tranquillità, il nostro break pranzo.
Ripartiamo dopo un buon caffè, ricaricati. Ci aspetta l’ultima cima di oggi: Cima del Monte, con la sua spettacolare vista del Volterraio, la "fortezza delle fortezze" dell’Elba, che segna con la sua caratteristica silhouette, i crinali del versante est dell’isola.
Vediamo la baia di Porto Azzurro, e la cima di Monte Castello, con la sua croce. Cominciamo a scendere, e pian piano ci avviciniamo a zone già più antropizzate.
Raggiungiamo Porto Azzurro nel pieno del pomeriggio.
Stanchi ma molto soddisfatti!
Le foto del primo giorno: (il racconto continua dopo le foto)
Il secondo giorno ci porta a scoprire la parte centrale dell’Isola d’Elba. Anche oggi giornata di sole ma con vento maggiore e più visibilità rispetto al primo giorno.
E’ la tappa di impegno decisamente minore rispetto alle altre due, ma che ha le sue salite.
Quella del Monte Orello è la più impegnativa, ci arriviamo in mattinata dopo aver camminato lungo una panoramica strada bianca che lascia gustare il golfo di Portoferraio da varie angolature. Passato il colle del Reciso ci inoltriamo in direzione dei ruderi di un antico mulino a vento.
Siamo a metà GTE e ci prendiamo il tempo per il break pranzo, due chiacchiere con una coppia di escursionisti anche loro in cammino, negli stessi giorni nostri.
Prima di ripartire andiamo a scoprire, nel forteto della macchia, uno dei cippi del XVI sec. che facevano da confine tra i territori controllati dai Medici e quello degli Appiani di Piombino.
Ci aspetta l’ultima discesa impegnativa, sia per il fondo del sentiero che per la pendenza, verso Colle di Procchio. Tre ciclisti stranieri risalgono, mountain bike alla mano, questo tratto di GTE nella direzione opposta alla nostra e ci chiedono, un po’ preoccupati, quando troveranno una strada più comoda. La nostra garanzia che ci sia una strada in cima non sembra però tranquillizzarli molto.
Arriviamo presto a Procchio. Abbiamo avuto un ottimo passo oggi.
Il bagno in mare con una giornata del genere è gioia pura!
Le foto del secondo giorno (il racconto continua dopo le foto)
La terza e ultima tappa torna ad essere decisamente dura. Ci aspetta il Monte Capanne.
Da Procchio risaliamo su un antico sentiero di carbonai a tratti duro a tratti fresco e piacevole.
Usciamo dal bosco e l’affaccio verso la baia di Marina di Campo si presenta, davanti a noi, in tutta la sua bellezza. Facciamo una sosta alla Fattoria Pimpinella: un “gioiello selvatico” nel cuore dell’Elba.
Dopo due chiacchiere con Walter e la moglie ripartiamo, ci aspetta la tosta ascesa del Monte Perone. Raggiungiamo la vetta dopo uno dei tratti più duri dell’intera traversata. Bravissimi!
L’ascesa continua e i paesaggi cominciano pian piano a mutare. La vetta granitica del Capanne appare tra le nuvole di quota e l’atmosfera è davvero suggestiva.
Raggiungiamo in tarda mattinata il passo Filicaie e ci riposiamo, siamo quasi a 900mt di quota, vediamo Pomonte, la meta di oggi e punto di arrivo della GTE. Ci siamo quasi.
Ci aspettano le ultime 3 ore di cammino, ripartiamo con lo sguardo che oltre al profilo ovest dell’isola vede solo mare. Quassù è stupendo. La discesa è in alcuni punti impegnativa e non bisogna farsi troppo ammaliare della meravigliosa vista.
Scendiamo nella valle dei Mori e un sentiero più ombreggiato ci porta in un ambiente forestale selvaggio e ancestrale. Camminiamo in silenzio, per goderci i suoni della natura. Pomonte è sempre più vicina. Arriviamo nel pomeriggio, ce l’abbiamo fatta.
Alcuni acciacchi, normali nell’ ultima tappa, si sono presentati, ma tutti, ognuno a proprio modo, ha reagito, rilanciando il passo o stringendo i denti.
La GTE chiede anche questo, ma la bellezza di farla, ripaga di tutto.
Le foto del terzo giorno: