Evoluzione di un fedele compagno di viaggio
Il primo #zaino di cui l’umanità abbia testimonianza è di un grande viaggiatore, un #viandante morto in #cammino, sullo spartiacque alpino che divide l’Italia dall’Austria.
E’ lo zaino di Ötzi, la mummia affiorata dal ghiacciaio del Tirolo nel 1991.
Datato tra i 3300-3100 a-C. della prima età del rame, era fatto in legno.
I popoli della #montagna, abili camminatori e trasportatori, hanno sempre avuto l’esigenza di costruirsi zaini, sviluppando in seguito ad Ötzi, l’arte di realizzarli con pelle animale o in tela.
La prima grande evoluzione del nostro compagno di cammino però l’abbiamo nel 1908, in Norvegia. Ole Ferdinand Bergan è un riparatore e produttore di biciclette e al tempo stesso un inventore geniale, capace di realizzare fino a 45 brevetti in settori più disparati (I primi attacchi da sci li dobbiamo a lui).
Durante una battuta di caccia, infastidito dal suo zaino, prende un ramoscello di ginepro, decide di modellarlo e applicarlo allo schienale per alleviare il fastidio che sente alle spalle.
Capisce che questo piccolo accorgimento migliora l’adesione della schiena al suo zaino.
Da quest'idea crea il primo telaio esterno, con materiali, che via via saranno più adatti e innovativi. Rende la struttura più “composta” alla zaino e permette all’aria di circolare.
L’azienda Bergans of Norwey nasce da questa intuizione ed ancora oggi è leader per la produzione di abbigliamento e accessori per l’Outdoor.
L’idea ha talmente successo che l’esercito norvegese acquista una commessa di zaini della Bergans raggiungendo di anno in anno gli angoli più remoti del globo, grazie anche a illustri #esploratori come l’americano Lincoln Ellsworth e l’inglese Charles Granville che iniziano a utilizzarli per le loro imprese.
Andiamo più avanti con gli anni. Precisamente nel 1952 quando Asher “Dick” Kellty in California chiede un prestito di 500 dollari e si chiude in casa con la moglie Nena, lei a cucire imbottiture, lui in garage a modellare e saldare alluminio.
Finita la produzione allestisce un negozio improvvisato in salotto e riesce a vendere 29 zaini in nylon, dotati di un leggerissimo telaio in alluminio. Ne incassano 678 di dollari. E’ fatta.
Da lì a poco Dick fonda la Kelty, (ancora oggi regina nel mercato dell’outdoor) apportando
nuove migliorie ai suoi modelli come la preziosissima cintura da legare alla vita (che tutti gli zaini da escursionismo oggi hanno) che alleggerisce il carico sulle spalle spostandolo al bacino.
Questi zaini diventano un simbolo degli anni Settanta e Ottanta.
Un distintivo dell'avventura wild di quegli anni rivoluzionari.
Noi pellegrini ed escursionisti evoluti di oggi, vestiti di tessuti tecnici, possiamo contare sull’ultima generazione di zaini che ci fanno sentire al sicuro da imprevisti e si adattano al meglio alla nostra struttura corporea. E dobbiamo ringraziare Greg Lowe, climber fotografo e film-maker per questo.
Greg in un altro garage, stavolta in Colorado, decide di integrare il famoso telaio all’interno dello zaino e di aggiungere all’alluminio anche plastica, titanio e una retina aderente alla schiena.
Col fratello Jeff (alpinista rivoluzionario) fonda la Lowe Alpine..
Chi nell’ambito dell’escursionismo e del climbing non la conosce?
Scegliere il proprio zaino
Lo zaino è quel componente dell’equipaggiamento che, insieme alle calzature è in grado di influenzare in maniera maggiore il “piacere” di camminare.
E se è vero che un ottimo zaino, leggero, compatto e confortevole se sovraccaricato o mal preparato, sarà di poco aiuto alla nostra camminata, lo sarà per certo uno zaino mal costruito o inadatto alla nostra conformazione fisica, anche se caricato con materiale ultraleggero.
L’importanza della leggerezza
Se desideriamo alleggerire il nostro carico del peso base durante la nostre escursioni, scegliere zaini leggeri e compatti che garantiscono il piacere di camminare ( a seconda dei volumi di carico di nostro interesse) è fondamentale.
Ad oggi le marche più conosciute e reperibili, anche in italia, che possiamo consigliare sono: Osprey, Granite Gear, Montane, Vaude, Lowe Alpine, Terra Nova, Karrimor, Deuter, Ferrino.
Queste aziende forniscono zaini leggeri, comodi e adattabili alla nostra struttura fisica.
Possiamo iniziare a dividere i modelli degli zaini in base a:
sistema di sospensione: con telaio rigido o senza.
Il telaio rigido interno consente di trasportare carichi maggiori senza aver problemi strutturali. Per esperienza gli zaini con telaio rigido riescono a scaricare meglio il peso sulle creste iliache evitando di gravare troppo sulle spalle. Ma possono, in alcuni modelli, occupare più spazio nel Comparto principale limitando la capacità di carico cosa che non avviene in uno zaino senza un telaio rigido interno.
capacità di carico: è il volume di carico espresso il litri dello zaino.
Le aziende più professionali, vedi Ospray, indicano la capacità di carico calcolando il volume del solo comparto principale. Altre invece comprendono anche le tasche. Quindi è bene far attenzione alle singole indicazioni che le marche forniscono per calcolare il reale volume di carico quando dobbiamo scegliere il nostro zaino.
Zainetti (10-25lt)
Si trovano ottimi zaini di queste capacità di carico con peso inferiore ai 500gr e sono adatti a escursioni giornaliere o di mezza giornata. Non molto adatti per l’inverno.
Zaini di piccolo volume (25-35lt)
Adatti ad uscite di un paio di giorni ma svolte con appoggio a rifugi, ostelli, posti tappa dove non sia necessario portarsi il riparo, l’attrezzatura per cucinare e una cospicua scorta di cibo.
Zaini di medio volume (35-50lt)
Tipologie che permettono il trasporto di materiale per il bivacco, cioè materassino, sacco a pelo, tenda, attrezzatura per cucinare. I modelli tra i 40 e i 45lt sono quelli utilizzati per cammini come Santiago e la Francigena. ( CONSIGLIO - Il peso a pieno carico dovrà essere al massimo il 10% del nostro peso corporeo per questa tipologia di esperienze)
Il peso del solo zaino comincia, in questa categoria, ad arrivare intorno ai 800/900gr
Zaini di grande volume (50-70lt)
Adatti ad esperienze fatte in autonomia di lunga durata, specialmente in inverno dove serve portarsi dietro il riparo, il “letto”, il materiale per cucinare e significative scorte di cibo.
I COMPONENTI DI UNO ZAINO (di buona qualità)
COMPARTIMENTO PRINCIPALE: Il sacco che costituisce il corpo centrale dello zaino.
SPALLACCI: le ampie cinghie ( di solito larghe 5-7 cm) che consentono di trattenere lo zaino sulle spalle. Servono a tenere solo una parte minoritaria del peso dello zaino. Sono collegate alla parte bassa dello zaino da delle fibbie che permettono di regolare la lunghezza degli spallacci in base alle dimensioni corporee e allo spessore degli abiti indossati. La regola generale vuole che le fibbie arrivino sotto le ascelle, in linea più o meno con la parte bassa dello sterno. Ma ogni tipo di zaino ha la sua particolare regolazione e tutte le case produttrice nei loro siti indica come regolarli.
IMBOTTITURA LOMBARE: elemento cruciale per la comodità dello zaino. E’ l’imbottitura in materiale morbido che poggia su anche e lombi. Collegata alla cintura ventrale con la quale sostiene la maggior parte del peso dello zaino.
CINTURA VENTRALE: dotata di fibbie scorrevoli per regolarne la lunghezza sono collegate all’imbottitura lombare e consente allacciare saldamente lo zaino in vita. E’ indispensabile per alleggerire il carico dello zaino che in altro modo sarebbe totalmente a carico degli spallacci quindi sulle spalle.
IMBOTTITURA DORSALE: serve a rendere più morbido il contatto tra parte alta della schiena e zaino
CINGHIETTO PETTORALE: serve a tenere gli spallacci in posizione e contribuisce alla stabilità dello zaino sulle spalle.
CINGHIE DI REGOLAZIONE DEL CARICO: cinghie regolabili applicate tra la parte superiore degli spallacci e lo zaino. Poco utilizzate ma importanti per regolare la distanza tra parte superiore dello zaino e il dorso.
TELAIO: lo zaino può avere una struttura portante interna più o meno rigida come: stecche piatte in alluminio, plastica preformata, tubolare in alluminio e serve a collegare e scaricare il peso dello zaino all’imbottitura dorsale e alla cinghia ventrale.
TASCHE E TASCONI: spazi di carico in più rispetto al comparto principale
SACCHE INTERNE: alcuni zaini hanno questo spazio per ospitare le Camel bag. Sacche per acqua collegate con l’esterno da un tubetto flessibile.
SISTEMI DI CHIUSURA: cerniere lampo, lacci, cinghie per chuidere sacche, comparto principale e tasche
ASOLE O DAISY CHAIN: cinghiette (spesso elastiche) intrecciate che permettono di assicurare oggetti all’esterno dello zaino. Come ad esempio i bastoncini
Le taglie degli zaini
Può sembrarti strano ma esistono, per gli zaini di qualità, le taglie.
La lunghezza del dorso è la parte del nostro corpo da misurare da tenere come criterio per la nostra scelta. (fig 1)
La maggior parte delle aziende produce zaini con taglia S/M/L.
Ecco indicativamente i range della misura della lunghezza del dorso per ogni singola taglia:
Small da 41cm e 47cm*
Medium da 46cm e 52cm*
Large da 51cm a 57cm*
*Lunghezze indicative, sempre meglio consultare sul sito della casa produttrice.
Se non hai un metro da sarto per aiutarti a misurare il tuo dorso, la Osprey ha messo a punto questa App denominata PackSizer che a partire da una tua foto scattata di profilo riesce a darti la lunghezza del dorso.
Su come indossare e regolare lo zaino rimando a questa pagina dell’azienda tedesca Deuter dove vengono spiegate bene, delle semplici ma efficaci regole.
Spero che questo articolo ti sia utile per l’acquisto del tuo prossimo zaino e che le indicazioni qui contenute possano contribuire a farti "camminare con piacere", senza sentire il nostro compagno di avventure come “un peso” ma come un fedele alleato!
Per ulteriori approfondimenti suggerisco la lettura dei due libri che trovi sotto in bibliografia che hanno ispirato questo articolo e dai quali sono estrapolati parte dei contenuti.
Marco Orazzini - Guida Ambientale Escursionistica di Altrevie
Bibliografia
Andrea Mattei, L’arte di fare lo zaino, Ediciclo Editore, Portogruaro 2018
Gianfranco Bracci e Francesco Saliola, Camminare Ultraleggeri, Società Editrice Fiorentina, Firenze 2019
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