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Nella nebbia de Le Cornate

Immagine del redattore: altreviealtrevie

Ci troviamo al circolo arci “Le Cornate” di Gerfalco  in mattinata. Mentre aspettiamo gli ultimi escursionisti un folto gruppo di cacciatori sta per partire per una battuta di caccia al cinghiale. 

L’escursione di oggi si muoverà all’interno della Riserva Regionale delle Cornate e Fosini in una delle zone meno abitate della Toscana, ma ricca di storia mineraria. 

Gerfalco infatti è stato un castello importante conteso tra Volterra, Siena e Massa Marittima posto a presidio delle vicine miniere di argento, rame, piombo, sfruttate sin dall’epoca etrusca. 


Partiamo a piedi sul sentiero che sale alla vetta de Le Cornate a 1060mt in un’atmosfera inaspettata. Siamo infatti completamente immersi nella nebbia che ci farà compagnia per tutta l’escursione.  Alcuni tratti di salita sono da subito impegnativi, quindi spesso ci fermiamo per riunire il bel gruppo che oggi partecipa all’escursione. 


Il sentiero si sviluppa sull’ antico calcare massiccio che caratterizza questo rilievo.

Formatosi nel Lias inferiore circa 210 milioni di anni fa, questo calcare biancastro è ciò che resta dell’ antico fondale oceanico che occupava quest’area geografica e che è emerso dopo i movimenti tettonici che hanno “costruito” l’attuale orografia toscana, nel corso di milioni di anni. 


Raggiungiamo la vetta, la nebbia non permette di ammirare nessun panorama, peccato, ma la cima è conquistata! 


Successivamente ci muoviamo andando alla scoperta della cava di rosso ammonitico, un calcare pregiato di colorazione rosa, utilizzato dalla repubblica di Siena per la pavimentazione del duomo. 


Le previsioni non davano pioggia oggi qui a Le Cornate ma da poco sembra di essere entrati un in una nuvola, dove in sospensione si muove una pioggia fine e leggera. 


Arriviamo alla fonte del Castello di Fosini in tarda mattinata, la tettoia che copre la vasca fa al caso nostro. Ci sistemiamo per mangiare qualcosa e riprendere fiato. 


Prima di ripartire andiamo a visitare uno dei castagni più antichi di questa zona, incredibilmente grande. 


Il trekking prosegue in salita in una parte della riserva più selvatica, attraversata da torrenti carichi di acqua che confluiscono nel torrente Pavone, affluente del fiume Cecina. 


Nella nebbia una suggestiva abetaia ci porta in atmosfere fiabesche e da lì a poco iniziamo a scendere di quota. 


Raggiunta una strada bianca,  dopo alcuni saliscendi, torniamo nelle vicinanze del borgo di Gerfalco. 

Prima di salutarci facciamo un ultimo giro nel borgo, una visita al mercatino con prodotti tipici che i volontari del paese hanno organizzato per il weekend dell'Epifania e poi una sosta al calduccio del circolo.




Ecco le altre foto della giornata:



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