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Le scarpe da trekking. Origini e 11 regole per l'acquisto.

Aggiornamento: 15 nov 2023



Calzare delle scarpe comode e sicure è una scelta che determinerà o meno il “piacere” del nostro camminare. Se ti è già capitato di indossare delle scarpe inadatte per un cammino lungo o semplicemente in un’escursione giornaliera, capisci cosa intendo.


Come per la scelta dello zaino (vedi post del blog sullo zaino da trekking) dedicare del tempo per capire quale sia il modello che più si confà alla forma dei nostri piedi e alla tipologia di escursioni che siamo intenzionati a fare, può salvarci da un'esperienza scomoda e vesciche dolorose.


In questo articolo troverai una serie di informazioni che ti potranno guidare verso una scelta più consapevole delle tue scarpe da trekking.

Ma partiamo dall’inizio.


Dalla pelle d'orso alla Vibram


Secondo l'antropologo statunitense Erik Trinkaus già dal Paleolitico superiore (26.000 anni fa) abbiamo iniziato a indossare delle scarpe rudimentali. Lo ipotizza dagli studi che ha condotto sulle dita più piccole dei piedi dei nostri antenati, che proprio da quel periodo sono diventate più deboli, in relazione all'utilizzo di qualcosa che ne ha limitato la mobilità. Si è anche ipotizzato che le prime fossero in pelle di orso o di vitello con una suola in corteccia di betulla, flessibile ed al tempo stesso impermeabile.

Prime scarpe scoperte in Armenia © National Geographic

Ma per scoprire le prime scarpe di cui l'umanità abbia avuto notizia dobbiamo andare in Armenia. In una campagna di scavo del 2008, all’interno di una grotta vengono trovate antiche sepolture di due giovani donne. Nel corredo sepolcrale spunta una scarpa di pelle di bue, vecchia di 7000 anni. Un primo mocassino di pregevole fattura, con all’interno un'imbottitura di erba secca, dell’età del rame.


In Italia la calzatura antica più nota e conosciuta è quella di Ötzi, il nostro “famoso” camminatore/viaggiatore dell'età del rame (5300 anni fa) il cui corpo mummificato fu scoperto nel ghiacciaio del Tirolo nel 1991.


Le scarpe che indossava sono una meraviglia di manodopera artigianale. La parte interna è una rete in libro di tiglio, utile a tenere ferma l’imbottitura fatta con erbe secche. Tre tipi di pellami costituiscono la parte esterna: pelle di cervo e vitello per la tomaia e pelle di orso per la suola. Le stringhe sono in fibra di rafia.


Per testare l’efficacia di queste calzature un ricercatore della Repubblica Ceca nel 2005 le ha riprodotte con gli stessi materiali e tecnica provandole lui stesso. I risultati di comodità e di resistenza agli urti furono inaspettati! In più garantivano un’ottima presa al suolo.


Riproduzione della scarpa di Otzi

La presa al suolo, importantissima per chi percorre sentieri dove è richiesto equilibrio e stabilità, ci porta a conoscere l'avvincente storia di Vitale Bramani, che ho scoperto nell'intelligente libro "L'arte di fare lo zaino" di Andrea Mattei. Qui vi riporto una sintesi:


Settembre 1935, una comitiva di 19 alpinisti del CAI, tra i quali la guida alpina Vitale Bramani, parte da Milano in direzione Val Masino in Lombardia. L’obiettivo è raggiungere la vetta di Punta Rasica a circa 3000 mt di altezza.

Raggiunto il punto di partenza dell'escursione si incamminano, col sole in fronte, indossando degli scarponi in cuoio. Per la scalata invece utilizzeranno delle pedule in canapa come usava in quel periodo storico.

Arrivati vicini alla vetta il tempo cambia improvvisamente e si ritrovano nel bel mezzo di una bufera di vento e neve con un equipaggiamento estivo. Prima dell’arrivo dei soccorsi perderanno tragicamente la vita sei dei diciannove alpinisti.

Una componente decisiva della morte delle sei persone verrà imputata all'inadeguatezza delle calzature. In quelle condizioni non garantirono isolamento termico e presa sul terreno.

Bramani sopravvive e giura a se stesso di evitare che in futuro possano ripetersi tragedie del genere.

© Vibram - Le prime scarpe con suola Vibram

Pensa a qualcosa di nuovo e immagina una suola speciale con “chiodi di gomma” di cui prima disegna e crea il modello in legno e poi, grazie all’amico Franco Brambilla ingegnere della Pirelli, ne realizza lo stampo in acciaio. Da questo stampo prenderà forma la prima suola in gomma dal disegno simmetrico, gli spigoli netti, tasselli e grandi scanalature, che sarà brevettata col nome di “Suola a carrarmato”.

Bramani è deciso a trasferire le stesse capacità di presa delle gomme auto alla sua suola per una più sicura presa sul terreno. In collaborazione con la Pirelli sperimenta nuove mescole di gomma fino ad arrivare a quella detta vulcanizzata. L'idea funziona, ora c'è bisogno di un’azienda che la produca. Dalle iniziali di Vitale Bramani nasce così il nome della nuova azienda: Vibram!


Oggi la Vibram produce circa quaranta milioni di suole all’anno. E' leader nel settore dell’escursionismo e dell’alpinismo. Nel 1952 entra nella storia anche grazie a Bonatti, Compagnoni e Lacedelli che indossano le “suole a carrarmato” italiane alla conquista del K2.



Scegliere le proprie scarpe


La scelta delle scarpe da trekking come abbiamo visto è un passo importante al quale conviene dedicare tempo, per non avere brutte sorprese. Per orientarti meglio nella scelta, ho messo insieme alcune regole da seguire, elementi da conoscere e miti da sfatare per l'acquisto del tuo prossimo paio di scarpe.


Ringrazio da subito Francesco Saliola per i contenuti trovati nel suo libro "Camminare Ultraleggeri", che invito vivamente a leggere e dal quale riporto molte delle informazioni presenti nell'articolo.


Iniziamo andando a esaminare le parti costitutive e proprietà tecniche di una scarpa da trekking.


  • TOMAIA: un tempo in cuoio spesso e pesante oggi in tessuti sintetici e pelli trattate, molto leggere. Ce ne sono prevalentemente di due tipi , più “chiuse” adatte a stagioni invernali o piovose che non garantiscono al piede la giusta traspirazione, ma che lo proteggono dalle intemperie. Altre più “aperte” adatte a climi primaverili asciutti ed estivi che fanno ben respirare il piede. Il sistema di chiusura è affidato ai lacci che passano dentro agli occhielli delle tomaia stessa.

  • FODERA INTERNA: realizzata in leggeri materiali sintetici, spesso con strati ammorbidenti per la comodità interna del piede e per asciugarne l’umidità. Tra la Fodera interna e la Tomaia vengono applicati gli strati di materiali impermeabili o traspiranti ( Gore Tex - eVent . OutDry..) vedremo più avanti in che casi scegliere scarpe con questi strati interni.

  • SOLETTA RIMOVIBILE: è la suola rimovibile su cui appoggia la pianta del piede dentro la fodera interna. Importantissima per rafforzare le funzioni di isolamento e ammortizzazione delle scarpe. Ogni scarpe ne è predisposta già al suo acquisto. Esiste la possibilità di aggiungere altri sottoplantari leggeri e sottilissimi costruiti in materiali speciali che assorbono ulteriormente gli impatti (vedi prodotti Noene o Universal NO2)

  • INSERTI STABILIZZANTI: elementi che servono a stabilizzare meglio il piede e a conferire rigidità in determinati punti della scarpa, spesso al tallone. Sono in plastica o in sughero. Quelli sotto il tallone prendono il nome di "conchiglia"

  • INTERSUOLA: un ulteriore strato intermedio prima della suola esterna, spesso realizzato in EVA ( etilene vinil acetato) un materiale plastico leggero Oppure in poliuretano, più pesante dell’EVA.

  • SUOLA ESTERNA: “inventata” da Vitale Bramati, è la parte in gomma che sta a contatto diretto con il terreno che deve garantire trazione e resistenza agli scivolamenti. Ne esistono con mescole più morbide e sono quelle che garantiscono maggiore grip ma con minore durata nel tempo. Altre con mescole più dure, longeve ma con minor grip soprattutto nei passaggi su rocce umide o lastricati bagnati. La scolpitura del battistrada, caratteristica importante di ogni soletta esterna, garantirà maggior presa su fango e neve se molto accentuata nei tasselli e nelle tacchettature. Al contrario, se poco marcata o liscia, garantirà maggior appoggio e attrito su asfalto e terreni rocciosi.

  • LACCI: per fissare e far aderire al piede le calzature.


MISURE E CALZATA

La comodità di una scarpa è data da più variabili e la giusta misura non corrisponde spesso ad una buona calzata. Vediamo perché.


La misura ci indica la lunghezza della scarpa stessa (38-40-43..) in riferimento alla lunghezza del nostro piede. Ognuno di noi però ha un’ampiezza plantare propria che non viene considerata nella misura. Due persone possono quindi avere piedi di ugual lunghezza ma un’ampiezza plantare completamente differente. La scelta sarà quindi condizionata anche da questo fattore molto importante: l’ampiezza del nostro plantare.

Cercare di capire se abbiamo una pianta stretta, standard o larga potrà aiutarci a capire su quale modello orientarci (vedi immagine).

© www.angelolustrascarpe.it

Spesso le scarpe da donna sono indicate con una W nel numero del modello e questo perché il tallone femminile ha una struttura più sottile di quello maschile.

Alcune aziende hanno introdotto una classificazione in lettere per indicare con B piante molto strette, D media fino a E larga oppure numerica con la stessa logica da 1(stretta) a 5 (larga). Se non hai la possibilità di andare in un negozio di articoli sportivi con del personale preparato, leggere attentamente online le descrizioni tecniche dei modelli di scarpa ti aiuterà a capire che tipo di logica segue ogni azienda per indicare questa differenziazione.


I MODELLI

Nel reparto escursionismo dei negozi sportivi possiamo trovare svariati modelli che stimolano il nostro interesse. Dai sandali alle scarpe da corsa in montagna, da scarponi leggeri a scarponi pesanti. Una delle prime domande da farsi è: quale saranno i terreni sui quali prevalentemente camminerò durante le mie esperienze? Sentieri battuti? Rocciosi non battuti? Oppure fuori sentiero, su terreni fitti di vegetazione?

Partiamo dal concetto che non esiste la “scarpa universale”, la quattro stagioni per intendersi. Se abitualmente fai trekking, per esperienza si consiglia di avere nella propria scarpiera due tipologie di calzature. Una più leggera per il periodo delle stagioni più miti e un'altra per climi e terreni più ostici, meglio se impermeabile. Entrambe con buone suole "a carro armato".


Le marche di calzature da escursionismo di qualità che mi sento di consigliare sono le seguenti: AKU, SCARPA, Garmont, Dolomite e Tecnica, La Sportiva, Salomon, TreZeta, Gronell, Salewa, Zamberlan, Merrel, Montura, Lowa.


Queste sotto sono due delle principali categorie nelle quali si possono dividere le scarpe da escursionismo e loro caratteristiche tecniche:

Sandali da escursionismo

In verità esiste anche un terzo tipo di modello di calzatura. Da qualche anno infatti si sono diffusi nel mercato dell'outdoor dei modelli tipo sandalo, che presentano suole resistenti e sistemi di allacciatura con cinghie a strappo o normali stringhe.

Sandalo da escursionismo

Non sono da sottovalutare, soprattutto se si cerca comodità ed areazione per i piedi.

Lungo il cammino di Santiago ne ho visti di vari modelli, indossati nelle tappe che presentano parecchio asfalto o comunque un terreno ben battuto, per poi essere riposti nelle tappe più montane o aspre.

Assolutamente da evitare in escursioni in montagna, su sentieri rocciosi, nei fuori sentiero e nelle discese impegnative. La protezione è scarsissima in questi modelli e rischiamo di farci parecchio male se utilizzati impropriamente.


Il supporto alla caviglia dello scarpone: il mito da sfatare dell'anti storte.

Gli scarponi hanno il grande pregio di proteggere la parte alta del piede ed il malleolo da traumi e dall'ingesso di corpi estranei grazie al loro collo alto, ma non quello di evitare le storte.

Questo compito nelle scarpe da escursionismo lo assolvono gli INSERTI STABILIZZANTI del tallone e un'adeguata progettazione della parte posteriore della scarpa.


Impermeabilizzazione

Gore Tex, eVent, OutDry, NeoShell sono i principali marchi di laminati impermeabilizzanti che sono inseriti tra la tomaia e la fodera interna delle nostre scarpe da escursionismo. Troverai uno di questi nomi se acquisterai (o hai già acquistato) una scarpa "impermeabile-traspirante".

Va detto, ad oggi non esistono materiali che allo stesso tempo garantiscano la totale impermeabilità e traspirazione. L'impermeabilità dovrà essere "barattata" con una maggiore sudorazione del piede.

Personalmente per un bel paio di scarponi invernali accetto ben volentieri il compromesso.

Inoltre una buona manutenzione potrà aiutare a garantire nel tempo l'impermeabilizzazione (di questo ne parlerò in un prossimo articolo).


11 REGOLE PER L'ACQUISTO.

Ora che sai molte più cose sulle scarpe da escursionismo, ecco undici regole da seguire prima e dopo l'acquisto:

  1. Scegli sempre in base a come senti la scarpa ai piedi. Il numero di scarpa generica che indossi, spesso non corrisponde per le scarpe da escursionismo. Il “numero perfetto” potrebbe essere il 41 di un’azienda e il 42 di un’altra. Le scarpe vanno provate! Se già hai una tua marca di fiducia benissimo. Ma sempre attent@ al design dei nuovi modelli.

  2. Andare a provare le scarpe già con calze tecniche, non provarle con calze sottili. Solitamente sono gli stessi negozi che mettono a disposizione del cliente calze tecniche da far indossare per le prove dei modelli.

  3. Meglio provare le scarpe nel tardo pomeriggio quando i piedi sono più gonfi così da capire se la calzata è comoda anche in queste condizioni

  4. Provare entrambe le scarpe, i nostri piedi non sono perfettamente uguali.

  5. Indossa la scarpa senza allacciarla, da sedut@. Se riesci ad inserire indice e medio della mano tra tallone e retro della scarpa sei sulla buona strada.

  6. Allacciate le scarpe, il tallone dovrebbe stare saldo in posizione, senza costrizioni.

  7. Sempre a scarpe allacciate dovrebbe rimanere un po’ di spazio per le dita del piede: muovile in alto in basso, contraile.. se i movimenti sono limitati e genera fastidio farli, il modello ha una punta troppo stretta o corta. Ha un volume inadatto per te. Meglio provare qualcos'altro.

  8. Prova le scarpe a lungo in negozio. Camminaci, dai dei piccoli colpi in punta, siediti, alzati. Nei negozi specializzati troverai anche delle pedane inclinate che simulano la discesa e la salita. Se in discesa le punte toccano l’interno della scarpa e ti danno fastidio meglio passare alla scarpa con mezzo numero più. Se invece in salita senti che i talloni si muovono troppo forse è meglio cambiare modello o numero.

  9. Nel dubbio sempre meglio una scarpa con mezzo numero in più che mezzo in meno, nel primo caso possiamo sempre indossare una calza più spessa e ovviare al problema. Nel secondo caso no.

  10. Acquistate le scarpe provale a casa, senza rimuovere etichette o gettare via la confezione. Indossandole per qualche ora ti renderai conto se hai fatto l'acquisto giusto!

  11. Le scarpe devono adattarsi al piede e non viceversa! Se una scarpa è scomoda alla prova non illuderti che diventerà comoda nel tempo.


Un'ultima raccomandazione: non partire MAI per trekking impegnativi o peggio ancora cammini, con scarpe nuove e mai indossate per qualche giorno.


Marco Orazzini - Guida Ambientale Escursionistica di Altrevie


 

Bibliografia

Andrea Mattei, L’arte di fare lo zaino, Ediciclo Editore, Portogruaro 2018





Gianfranco Bracci e Francesco Saliola, Camminare Ultraleggeri, Società Editrice Fiorentina, Firenze 2019


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