La mattinata è fresca al punto di ritrovo di Cala Moresca. Il maestrale soffia forte, all’orizzonte l’isola d’Elba appare vicinissima. Dietro la regina dell’arcipelago toscano, le montagne della Corsica delimitano il profilo dell’orizzonte. E’ un panorama magnifico.
Partiamo di buon passo seguendo il sentiero che segue il crinale dei rilievi del promontorio di Piombino. Il sole è alto in cielo e nei punti riparati del vento la temperatura sale costringendoci ad alleggerire subito il nostro abbigliamento.
Oggi esploreremo in lungo e in largo il suggestivo promontorio di Piombino, deviando dai sentieri segnati per scoprire alcuni angoli del rilievo costiero meno battuti.
Un sentiero ci porta a scoprire una lecceta poco sfruttata dal taglio e ci fa immaginare come dovesse essere il bosco del promontorio prima che etruschi e romani cominciassero a sfruttare il legname per alimentare le fornaci della vicina Populonia.
Dopo aver attraversato un bosco con alcune sughere secolari raggiungiamo i resti del monastero di San Quirico. Antico presidio monastico benedettino, fu costruito sopra un oratorio di piccole dimensioni, all’interno del quale nella campagna di scavi del 2002, vennero ritrovate due sepolture maschili; i probabili religiosi che lo fondarono.
L’itinerario prosegue in discesa, e dopo alcuni tratti ripidi arriviamo lungo la costa. Raggiungiamo la cala scelta per la pausa pranzo, e ci rilassiamo godendoci gli stupendi scorci di questo angolo di costa toscana.
Dopo la pausa con una parte del gruppo raggiungiamo la più famosa “Buca delle fate”, da dove si può godere di uno dei panorami più belli di tutto il promontorio.
Una volta riunito il gruppo riprendiamo il sentiero di ritorno, stavolta percorrendo un itinerario che segue l’antica via dei cavalleggeri: una strada cinquecentesca che metteva in comunicazione Livorno con Piombino, intervallata da torri di guardia, fortini e postazioni armate. La via veniva battuta dai “Cavalleggeri”, un gruppo militare a cavallo che aveva l’ordine di pattugliare la costa per difenderla dai pirati, o evitare il diffondersi di malattie mortali con ingressi indesiderati dal mare. Una sorta di guardia costiera “ante litteram".
In alcuni punti il sentiero offre scorci davvero incantevoli verso il mare e ci fa immaginare di trovarci ancora sull’isola di Piombino, quando il promontorio millenni fa faceva parte dell’arcipelago toscano.
Dopo aver esplorato l'ultima cala della giornata e scoperto la storia del Robinson Crusoe di Piombino, Enrico Salvadori, ci rimettiamo in cammino rientrando al punto di partenza della mattina. A fine trekking ci rilassiamo sul prato godendoci una birra con davanti a noi l’Isola d’Elba.
Ecco le altre foto (grazie a Giusy per il contributo fotografico):
Comments