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Balzo nero, un trekking avvincente

Immagine del redattore: altreviealtrevie


La mattinata è soleggiata in questa domenica di inizio novembre. Siamo belli carichi per questa escursione che si preannuncia impegnativa per dislivello e lunghezza, saranno infatti diciassette i chilometri totali a fine escursione, per mille metri di dislivello positivo. 


Iniziamo subito a inerpicarci su un sentiero cai che attraversa un castagneto recentemente tagliato, fortunatamente l’area tagliata non è grande, tanti infatti i rami sul sentiero che non sono stati portati via. Di lì a poco il bosco cambia e una meravigliosa faggeta ci accoglie nella sua naturale bellezza. C’è silenzio, la temperatura è ideale e ci gustiamo questo bosco tutto per noi. 

Un rimboschimento di abeti bianchi colora di verde intenso le atmosfere finora autunnali, arriviamo a un bivio e riprendiamo a salire. Il sentiero ci porterà in una mezz’ora sul crinale di confine tra Pistoia e Lucca, cominciano i primi affacci sulla Val di Lima, meravigliosa. Ci fermiamo al Balzo della Pastora, un affaccio la cui croce posta sulla sommità ricorda la storia di Maria, pastorella che qui nel 1905 perse la sua giovane vita per mano di sconosciuti. Due scarpette rosse ricordano questo efferato omicidio. 


Il Balzo nero è là all’orizzonte, lo vediamo staccarsi come un molo sospeso, dal crinale che stiamo percorrendo. La sua cima sarà l’obiettivo della mattinata. 


Dopo aver percorso un sentiero poco battuto, le tante foglie sul sentiero lo dimostrano, arriviamo sulla sella che ci porterà all’ascesa del Balzo nero. 


In poco meno di mezz’ora siamo sulla cima, gli ultimi metri di salita sono più tecnici e richiedono molta attenzione. La vista da lassù ripaga delle fatiche fatte fino a ora. 

Sulla cresta impervia di fronte a noi un gruppo di mufloni pascola sereno e dopo pochi minuti, due escursionisti arrivano proprio da quella direzione, che bravi! 



Tempo di uno spuntino, qualche foto, un po’ di relax e ci rimettiamo in cammino. Oggi stare nei tempi è molto importante, l’escursione è lunga e le ore di sole non sono infinite. 


Dopo un’altra intensa salita raggiungiamo il pianoro sotto al Monte Caligi e ai tavoli di legno ci sistemiamo per mangiare qualcosa. 

A parte una coppia che ci saluta poco dopo il nostro arrivo non c’è nessuno. Il sole, il silenzio, mangiare in compagnia, che chiedere di più? 

Dopo il caffè riprendiamo il cammino. Ci aspetta una lunga discesa che tra tratti più ripidi e altri più morbidi ci porterà a tornare a quote basse. 


Le tantissime foglie di faggio in alcuni punti rendono la discesa più scivolosa, bisogna fare attenzione.  


Nel pomeriggio torniamo al bivio lasciato la mattina, il sole è ancora alto in cielo anche se in questo versante ombreggiato non godiamo direttamente del suo calore. 


Rifacciamo in discesa un tratto di sentiero fatto al mattino e in una ventina di minuti siamo di nuovo alle auto. Una bellissima escursione per un gruppo motivato e “in gamba” !

Bravissimi




Ecco le altre foto ( Grazie a Leandro per il contributo fotografico! )





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