Canneto e la Badia di San Pietro in Palazzuolo
- altrevie
- 24 feb
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Canneto è un suggestivo borgo toscano di origine medievale che domina il bacino del torrente Sterza, affluente del fiume Cecina.
Fu costruito su un panoramico sperone di roccia ofiolitica e ancora oggi mostra le sue antiche origini con porte di accesso a mura munite di case torri, abitate o affittate a turisti che cercano mete meno conosciute e ancora autentiche.
Ci troviamo di buona mattina al bar del paese per cominciare il nostro trekking, il locale è una vera “istituzione” che resiste nonostante un marcato spopolamento invernale.
Saliamo subito dapprima su strade e poi su sentieri che portano a esplorare il Poggio di Canneto.

Dal 1934 al 1942 in questo rilievo è stato estratto manganese, minerale utilizzato per la produzioni di leghe metalliche. Ancora oggi i resti delle strutture per lo stoccaggio e la lavorazione emergono dal bosco. Il sentiero continua a salire, non ci sono vie segnate dal cai o percorsi tematici, così seguiamo vecchi percorsi di carbonai e boscaioli fino a raggiungere un punto dove il materiale estratto veniva accumulato o scartato, e dove ancora oggi possiamo ammirare le particolari pietre di diaspro e magnesite nera.
Raggiunta la cima cominciamo gradualmente a scendere di quota, un affaccio ci permette di vedere i paesi di Serrazzano e Lustignano, tra i vapori della centrale geotermica del poggio di Canneto. Siamo ai confini ovest della zona geotermica toscana delle "colline metallifere", colline che sbuffano continuamente vapore, sfruttato dall’uomo per la produzione di energia.
Stiamo per uscire dal bosco quando all’improvviso un lupo, a un centinaio di metri da noi, ci taglia la strada e si rinfila nella boscaglia. Che emozione!
Siamo in una delle zone meno abitate della Toscana e gli incontri con questi animali non sono così rari per chi percorre sentieri o vie meno battute.

Il nostro trekking prosegue nel bosco per altri tre chilometri, gli affacci che ogni tanto si aprono ci mostrano le distese di aree boscate che ci circondano, sembrano senza fine.
Dopo aver risalito una strada in direzione del Poggio alle Poste raggiungiamo la meta di oggi.
I ruderi dell’abbazia di San Pietro in Palazzuolo si presentano alla fine di una carrareccia immersa nel bosco. Sono imponenti ed evocano un fascino unico. Esploriamo l’area che un tempo era occupata dal chiostro, poi la chiesa e l’antica torre campanaria che aveva anche la valenza di torre di avvistamento.
E’ stata una delle più importanti badie medievali della Toscana. L’attuale posizione, maggiormente difendibile, fu scelta dopo diverse incursioni e saccheggi che gìà dal nono secolo depredarono la badia e i monaci benedettini nell’antica sede, più vicina all’attuale borgo di Monteverdi.
Fu fondata nel 754 dal nobile longobardo Walfredo nell’antica sede di Poggio alla badia e nella nuova sede, della quale oggi stiamo esplorando i ruderi, a fine ‘700 furono ritrovate le sue presunte ossa, oggi conservate a Monteverdi Marittimo.

Ai tavoli vicini all’abbazia ci sistemiamo per il pranzo e come ormai “da tradizione” ci vengono a trovare il consigliere comunale di Monteverdi Carlo Quaglierini dell’associazione “Terre di Walfredo”e il presidente del circolo culturale "Badivecchia" Riccardo Cassarri che ci raccontano qualcosa in più sulla storia dell’abbazia di San Walfredo e ci offrono gentilmente frittelle e liquori per il fine pranzo.
E’ sempre un vero piacere avere una testimonianza diretta di chi si impegna nella promozione e nella valorizzazione del proprio territorio!
Dopo i saluti ci rimettiamo in marcia in direzione di Canneto che raggiungiamo nel pomeriggio da una strada rurale tra ulivi e poderi.
Una visita nei vicoli e alla chiesa del borgo conclude la nostra esperienza insieme.
Ecco le altre foto:
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