
In una giornata soleggiata e fredda siamo andati sulle tracce che San Francesco d’Assisi ha lasciato in Val d’Elsa nei primi anni del 1200, in cammino da Poggibonsi a San Gimignano.
Poggibonsi ci accoglie con una temperatura rigida, il sole è già alto in cielo e dopo un caffè in uno dei pochi bar aperti in questa domenica mattina di gennaio, partiamo per il nostro trekking.
L’antico borgo di Poggibonsi un tempo si chiamava Marturi, uscendo attraversiamo una delle quattro porte del borgo fortificato: porta del Poggiarello, oggi distrutta.
Saliamo poi su una strada bianca che ci porta ad ammirare il suggestivo Castello della Badia. Un tempo, prima che questo poderoso edificio assumesse le attuali fattezze, un'importante e ricca abbazia dominava questo colle con possedimenti fondiari che si estendevano in Toscana e oltre l’Appennino.
Da quassù vediamo anche il pianoro di Poggio Imperiale, sul versante opposto della vallata. L’antica Poggio Bonizio, da cui deriva il nome dell’attuale Poggibonsi , si estendeva proprio su questo pianoro collinare.
Nessuno potrà mai più ammirare, le fontane, le chiese, i palazzi di questa antica città fortificata, raccontata dai cronisti medievali come una delle più belle di tutta la penisola, perché la repubblica fiorentina la distrusse e la smantellò pietra su pietra sul finire del 1200, dopo la resa dei suoi valorosi abitanti.

Raggiungiamo poi la chiesa di San Lucchese, che ospita le spoglie del beato patrono di Poggibonsi. Lucchese, mercante e avido speculatore ospitò nella sua ricca dimora Francesco d’Assisi nei primi anni del duecento e si convertì, narra la tradizione, dopo che all’uscita da una messa a Poggio Bonizio trovò a mendicare per strada una vittima dei suoi raggiri speculativi.
Divenne il primo terziario francescano della storia, insieme a sua moglie Bonadonna Segni, ricca figlia di una delle famiglie più importanti di Poggio Bonizio.
Si narra che il primo incontro tra Lucchese e Francesco avvenne in una chiesetta sperduta in un Popolo vicino Poggibonsi e noi continuiamo il nostro cammino a piedi per andare a scovarla.
Dopo esserci immersi nei campi circostanti raggiungiamo l’antica borgata che ospita ancora la chiesetta dove la tradizione colloca il primo incontro e che oggi si trova all’interno di un resort turistico. Abbiamo le chiavi della chiesa così possiamo ammirare anche lo spoglio ma suggestivo interno.

Riprendiamo il nostro cammino attraversando il fiume Elsa fino a risalire in quota collinare, attraverso vigneti e boschi.
Le colline ospitano pascoli dove un gregge di pecore sta pascolando placidamente. Il sole è sempre alto in cielo e da lì a poco ci fermiamo per il break pranzo, con vista verso la nostra meta di oggi: San Gimignano.
Ripartiamo dopo un buon caffè e quattro chiacchiere, San Gimignano è all’orizzonte ma ancora lontana.

Dopo aver raggiunto la borgata di Bibbiano, scendiamo di nuovo di quota e dopo aver passato il torrente Foci camminiamo lungo un breve tratto di asfalto che porta a trovare una strada bianca collinare.
Antiche cantine, scavate nella fragile arenaria sono disseminata in questa parte di percorso nel bosco. Dopo alcuni saliscendi e l’incontro con un suggestivo cipresso secolare riprendiamo a vedere San Gimignano, stavolta molto più vicino.
Un’ultima salita ci porta a raggiungere il borgo turrito, siamo arrivati!
Con parte del gruppo curiosiamo nel paese, non c’è grande affluenza ed è ancor più magico attraversare i suoi vicoli e le sue strade poco affollate. Dopo aver celebrato l’arrivo con salumi e un buon Chianti ritorniamo alla pensilina aspettando il bus che ci riporterà a Poggibonsi.
Ecco le altre foto:
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