
Le piogge sempre più abbondanti che si stanno verificando negli ultimi anni condizionano e condizioneranno sempre di più l’escursionismo.
Come guide dovremo verificare con più frequenza i percorsi proposti, poiché in una sola notte di pioggia possono cambiare condizioni del terreno, agibilità del sentiero, portata dei corsi d'acqua o si possono incontrare difficoltà nel raggiungere i punti di partenza con le auto per frane e allagamenti.

Nel trekking sul Montalbano Fuori e dentro il Barco reale che abbiamo percorso in una ventosa domenica di febbraio, le abbondanti piogge del venerdì hanno caricato i corsi d’acqua di portate fuori dalle medie stagionali e molti alberi caduti ostruivano alcuni sentieri.
Un sopralluogo last minute del giorno prima mi ha permesso di verificare queste condizioni e porre rimedio, dove possibile, con ponti, taglio di rami e con ciò, complice alcuni volontari o operosi dipendenti comunali, per la domenica il percorso è stato percorribile in sicurezza.
Ho deciso però di invertire il senso dell’anello per evitare alcuni tratti di discesa che le piogge hanno reso particolarmente scivolosi. Così partiamo da Faltognano, salendo subito sul sentiero che grazie a recenti tagli di bosco offre ampi panorami su tutta la Val d'Arno inferiore.
Il vento soffia forte e più ci avviciniamo al crinale e più si fa insistente. Raggiunto il punto più alto del trekking di oggi, a quota 625 mt, riprendiamo fiato e cominciamo a percorrere una comoda via che taglia in direzione sud - nord il crinale del Montalbano, spartiacque naturale tra la piana fiorentina e le pianure di Empoli e Fucecchio.

Dopo una discesa su un sentiero diventato torrente, comunque percorribile, raggiungiamo la torre di Sant'Alluccio.
Luogo simbolo del Montalbano, Sant’Alluccio è stato un antico spedale che offriva nell’alto medioevo ospitalità ai viandanti, mercanti, pellegrini intenzionati a percorrere questi crinali
L’escursione prosegue tra carrarecce e sentieri di bosco, tagliando cerrete e castagneti nel “letargo” invernale. Dopo aver ricaricato le borracce a una fonte scendiamo prendendo un sentiero che segue un torrente anch’esso ben carico di acqua. Alcuni alberi franati ostacolano il passaggio, con un po’ di attenzione passiamo nel varco che il giorno prima avevo ricavato in una di queste piante
In tarda mattinata raggiungiamo il caratteristico vigneto monumentale che, nel bel mezzo del bosco, ci offre l’occasione di fare un soleggiato break- pranzo.

Silenzi (soprattutto quando iniziamo a mangiare), caffè e quattro chiacchiere con una bellissima vista verso la Val d’Arno con San Miniato all’orizzonte. Chi sta meglio di noi?
Riprendiamo a camminare, siamo a quote più basse rispetto alla mattina e cominciamo a esplorare il versante che ospita i bellissimi terrazzamenti che da secoli garantiscono la coltivazione di questi versanti soleggiati.
Raggiungiamo la Valle dei Mulini, attraversando il Fosso Balenaia in due punti, risalendo da questa forra costeggiamo uno dei tratti ancora in piedi del muro che cingeva il Barco Reale mediceo, riserva di caccia istituita nel 1626 da Ferdinando II per le battute della nobilità ospitata dai nobili fiorentini.
Un’altra forra da attraversare ci porta a incontrare il mulino nuovo, un altro edificio, ora residenziale, lungo il Borro delle Quercetelle.
Percorriamo l'ultima ascesa e dopo un breve tratto di strada asfaltata, raggiungiamo il “patriarca” di Faltognano, secolare leccio che domina sulla Val d’Arno, concludendo così un’avventurosa escursione sul Montalbano
Ecco tutte le altre foto (grazie a Lorenzo Beligni per il contributo fotografico)
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