E' un Santo del popolo, non santificato dalla Chiesa. Sui crinali montani tra Emilia e Toscana ha trascorso gli ultimi anni della sua vita da eremita, insieme a Bianco, compagno di romitaggio. Siamo andati sulle sue tracce, nei luoghi in cui ha vissuto.
La giornata è splendida, il sole scalda una mattinata fresca a quota 1525mt. Siamo a San Pellegrino in Alpe, paese diviso tra due comuni e due regioni, Castiglione di Garfagnana- Frassinoro, Toscana-Emilia. Andiamo subito in direzione del "molo" bellissimo punto panoramico del paese, da cui si ammirano in tutto il loro splendore le Alpi Apuane, da nord a sud.
Poi ci incamminiamo lungo una strada forestale che in leggera discesa si inoltra nel bosco di faggi e di tanto in tanto si affaccia su scorci panoramici molto suggestivi.
Cominciamo a salire di quota, lasciando la forestale per immetterci in un sentiero ameno e suggestivo che un tempo univa una decina di piazze di carbonai.
Continuiamo a salire rientrando su un sentiero cai più battuto, fino a raggiungere lo 00 di vetta. Ancora pochi passi e le praterie di crinale cominciano a presentarsi ai nostri occhi, verdissime; in contrasto con il cielo che pian piano comincia ad accogliere qualche nuvola.
Arrivati sul crinale ci prendiamo tempo per la pausa, mangiamo qualcosa e mi adopero per preparare un caffè. Nonostante il vento di vetta, e con un bel po' di pazienza, riesco nell'intento.
Riprendiamo a camminare quando le nuvole cominciano a coprire il sole, e proseguiamo lungo il sentiero 00 che divide (qualcuno direbbe unisce ) Emilia e Toscana.
E' un bel sentiero che tra diversi saliscendi porta a raggiungere piccole vette anonime ma molto panoramiche, una su tutte il monte Spicchio a quota 1635mt.
Proseguiamo e arriviamo al "Giro del Diavolo". Proprio qui la leggenda vuole che San Pellegrino sia stato più volte tentato dal Demonio e che quest'ultimo, indispettito dall'integrità del santo, gli abbia rifilato un malrovescio da farlo girare su se stesso per ben tre volte. Ripresosi dal potente schiaffo, si narra che in risposta, il santo, abbia scaraventato il maligno in direzione del mare e che l'impatto con i monti abbia generato il Monte Forato delle Apuane.
Leggende a parte, il luogo rimane suggestivo. La tradizione popolare ha da secoli preso questo punto come luogo catartico, di espiazione dei propri peccati. Come? Chiunque può portare fin quassù una pietra, proporzionata alle dimensioni del proprio peccato da espiare, e lasciarla insieme alle altre che da secoli vengono portate, non prima però di aver percorso per tre volte il giro del cumulo delle "pietre del peccato".
Anche noi abbiamo portato ognuno la propria, e qualcuno ha fatto anche i tre giri, in omaggio ai tre giri che Pellegrino fece su se stesso per reggere lo schiaffo ricevuto.
Ultima meta l'alpe di San Pellegrino, la vetta più alta di oggi, a quota 1700mt.
Da lì ci siamo incamminati di nuovo al paese, fatta una pausa rifocillante e visitato, in ultimo, la chiesa che ospita le spoglie di San Pellegrino e Bianco.
Ecco tutte le altre foto della giornata (Grazie a Giusy per il contributo fotografico!) :
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