Il Monte Palodina è una vetta minore delle Alpi Apuane sud, ma dalla sua cima il panorama offre una vista a 360° tra le più spettacolari, che comprende gran parte delle cime apuane e appenniniche tosco-emiliane.
E’ un caldo sabato mattina di fine maggio, siamo a Vallico di Sopra, borgata montana un tempo presidio difensivo tra gli antichi confini garfagnini del ducato estense di Modena e la Repubblica di Lucca.
Ci incamminiamo lasciando il paese per raggiungere il sentiero che costeggia le bellissime falesie calcaree che si affacciano sulla valle della Turrite Cave. E’ una zona geologicamente molto interessante, in alcuni tratti affiorano i diaspri rossi testimoni di fondali marini formati 150 milioni di anni fa, quando i dinosauri sull' asciutto, dominavano la terra.
All'ombra di castagni e all’ umido di rivoli d’acqua che ogni tanto tagliano trasversalmente il sentiero, rimaniamo su quote comprese tra i 700 e gli 800 metri e con una piccola deviazione ci inerpichiamo per andare alla scoperta di una grotta suggestiva.
Raggiungiamo la Grotta di Castelvenere dopo una ripida salita. Il suo antro scuro e umido ospita un torrente dall’acqua cristallina. Chi ha esplorato i suoni cunicoli è arrivato a una distanza di 1700mt rispetto al suo ingresso, incredibile!
Nel 1975 scavi archeologici portarono alla luce bronzetti femminili ed ermafroditi di epoca etrusca, della dimensione di 4-5 centimetri. Per questi ritrovamenti, oggi esposti al museo “Guinigi” di Lucca, gli studiosi hanno ipotizzato che il luogo fosse un “Fanum” etrusco nel quale venivano celebrati riti propiziatori della fecondità.
Riprendiamo il cammino e raggiungiamo un suggestivo punto panoramico verso la Valle del Serchio.
Le nuvole cominciano a oscurare la luce diretta del sole e quando iniziamo a salire di quota le prime gocce cominciano a scendere dal cielo bagnando le foglie dei carpini neri e dei castagni che sovrastano le nostre teste.
Acceleriamo il passo per raggiungere un riparo sicuro all'alpeggio. La perturbazione è in arrivo, non ci resta che attendere il suo passaggio sotto la tettoia di un abbeveratoio.
Tra una chiacchiera e uno snack, passa una mezz’ora: comincia a spiovere.
Riprendiamo a camminare, ci aspetta l’ultimo tratto di salita davvero duro che ci porterà sulla cima del Palodina a 1171 metri di quota. Il sole è tornato a splendere in cielo e il panorama conferma le aspettative.
Dopo la pausa in vetta e un po’ di relax riprendiamo il cammino attraversando il suggestivo bosco di Betulle che vegeta da secoli nel versante sud del monte.
L’anello si chiude scendendo dalla suggestiva mulattiera che collegava Vallico di sopra al suo alpeggio.
Ecco le altre foto: (GRAZIE A SAMUELE, SIMONE E AD ALESSIO PER IL CONTRIBUTO FOTOGRAFICO!)
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