Una fresca vigilia di Pasqua per un trekking vario, che ci ha portato a scoprire un angolo di Toscana tutto da esplorare
La pioggia al ritrovo non ci ha scoraggiati troppo. Poco dopo la partenza il sole ha fatto capolino tra le nuvole e ci ha accompagnati per quasi tutta la giornata.
Dapprima percorrendo la bellissima e selvaggia valle del torrente Carfalo, un affluente del fiume Era che con gli anni ha scavato una profonda forra negli instabili terreni pliocenici che ha permesso a esemplari di faggi e tassi di sopravvivere a quote decisamente anomale per queste specie vegetali. Siamo riusciti inoltre a osservare le uova della salamandrina dagli occhiali, un urodelo endemico davvero raro da incontrare e che in questa vallata ancora libera da agenti inquinanti ( ma anche da pesci, che si nutrirebbero delle sue uova) trova un habitat ideale.
Proseguiamo risalendo il versante per cambiare valle, entriamo in quella del Egola (o Evola) in direzione delle pozze naturali che il fiume ha formato nel corso dei secoli. Entriamo così in un'area dal fascino primordiale, e qui ci prendiamo il tempo per mangiare qualcosa.
Ci rimettiamo in cammino e risaliamo in direzione di Montaione, attraversiamo il borgo semi deserto, una piccola sosta e torniamo a camminare. Riscendiamo di nuovo di quota fino a tornare a attraversare l'Egola in un punto più a nord. Ultima, tosta, salita che ci riporta alle quote di partenza a concludere l'anello.
Un grazie speciale a Katia che ci si è portata in escursione una colomba pasquale buonissima e che abbiamo condiviso nel break pranzo!
Ecco tutte le foto:
Comments